La rigenerazione urbana come sfida per migliorare la competitività del
territorio di Portici è l’occasione per lo sviluppo del sistema produttivo
dell’area vesuviana, riserva naturale dell’umanità.
Questa riserva della biosfera è rappresentata dal Golfo di Napoli e
comprende il Porto Borbonico del Granatello, naturale ingresso dal mare al
Vesuvio, le “Aree Archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata”,
iscritte nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, e il più importante
complesso di Ville Borboniche Vesuviane, costruite nel XVIII secolo ad
integrazione della reggia di Portici, dimora storica fatta costruire dal sovrano
Carlo di Borbone come palazzo reale per la dinastia dei Borbone di Napoli.
Tutto questo straordinario e unico patrimonio dell’umanità deve essere
tutelato per conservarlo alle future generazioni, ma può essere utilizzato anche
quale principale bene strumentale per lo sviluppo economico collegato
all’industria del turismo culturale e ambientale.
Per fare questo è indispensabile riferirsi ad un modello gestionale dove gli
obblighi indicati nell’Articolo 9 della nostra Costituzione si devono, e si
possono, rendere compatibili con l’uso sostenibile di questi preziosi e delicati
beni.
Il nuovo modello gestionale è quello previsto dall’articolo 112 del Codice
dei beni culturali e del paesaggio che prevede la costruzione di un sistema
integrato di valorizzazione pubblico e privato capace di collegare direttamente
il patrimonio culturale e ambientale alle attività produttive di un determinato
territorio, nel nostro caso quello vesuviano e di Portici, nel pieno rispetto della
Tutela costituzionale e della conservazione dei beni utilizzati da trasferire alle
future generazioni.
Pertanto, l’economia di un territorio e la stabilizzazione strutturale dei
sistemi produttivi si fonda sulla RIGENERAZIONE URBANA e sulle
potenzialità che caratterizzano l’assetto delle città soprattutto per quelle, come
Portici, dove il patrimonio culturale del costruito storico, pubblico o privato,
rappresenta il principale elemento strumentale di questo sviluppo.
Nell’ambito della rigenerazione urbana e dello sviluppo economico e
sociale del territorio di Portici, il programma della coalizione CUOMO per il
2017-2022 ha previsto di potenziare le nostre risorse: il mare, l'artigianato, il commercio, i giovani, il patrimonio culturale, la cultura, il sapere e la ricerca, in
una visione articolata, ampia e inserita in un quadro sovracomunale capace di
utilizzare tutte le risorse comunitarie per la realizzazione di progetti utili a
questi scopi.
La “Rigenerazione Urbana” rappresenta il fondamentale punto di snodo
per lo sviluppo della Città di Portici attraverso il quale sarà possibile
l’incremento delle attività produttive, del lavoro e quindi del contrasto alla
povertà. Il nuovo “Disegno Urbanistico del Territorio” deve considerare il
contesto nel quale la Città di Portici è inserita e quali sono realmente i settori
di sviluppo che possono essere attivati da iniziative e progetti tra loro coerenti
e connessi.
Certamente lo sviluppo del territorio di Portici è direttamente connesso
all’incremento delle attività turistiche legate alla domanda di cultura e di
ambiente che oggi rappresentano il fondamento delle nuove attività industriali
del nostro paese.
Secondo le recenti elaborazioni economiche l’industria turistica conferma il
suo ruolo fondamentale per l’economia italiana. In cifre, il contributo totale del turismo all’economia italiana vale oltre 250 miliardi di euro, pari ad oltre il
13% del PIL nazionale. La ricchezza e la varietà dei siti turistici permettono
all’Italia di posizionarsi al primo posto degli interessi turistici mondiali.
Tra gli elementi positivi vi è anche la ricchezza di siti Unesco, il
riconoscimento di fiere ed esposizioni internazionali, la ricca industria creativa,
la salute e l’igiene del Paese. La sintesi di questi dati evidenzia come questo
settore rappresenta realmente un elemento di straordinaria importanza per lo
sviluppo dell’economia del nostro paese, che a livello mondiale è il principale
contenitore dei più importanti beni culturali dell’umanità.
Per questo motivo la gestione di questo settore è da anni al centro
dell’interesse degli investimenti europei e di quelli di mercato e di particolari
gruppi industriali che, ovviamente, sono maggiormente interessati agli aspetti
monetari del profitto e non certamente a quelli dei costi della gestione che,
secondo i soli principi del vantaggio economico, dovrebbero sempre cadere
sulla collettività. È per questo che il principale interesse è legato alla gestione
di quei beni culturali a forte attrazione turistica tralasciando quei siti meno
conosciuti, che per gli interessi economici del mercato potrebbero anche
essere completamente abbandonati e lasciati alla rovina. Per questi motivi il
controllo della “Pubblica Utilità” degli investimenti e della “Gestione
integrata” oggi rappresentano un importante funzione in capo agli enti
pubblici territoriali.
In questo senso la città di Portici è direttamente inserita nel programma
pubblico di rigenerazione urbana della “BUFFER ZONE” all’interno del
Piano di gestione del sito UNESCO “Aree archeologiche di Pompei, Ercolano
e Torre Annunziata” come ampliamento della “zona cuscinetto” di questi siti,
al fine di garantire la conservazione del paesaggio, soprattutto in relazione al
rapporto visivo tra le città antiche e il Vesuvio.
Il programma di sviluppo del “Grande Progetto Pompei” per la
realizzazione delle strutture materiali e immateriali di gestione del grande
flusso turistico che interesserà nei prossimi anni la zona vesuviana, impone la
costruzione di un nuovo sistema di accoglienza e di valorizzazione dei territori
che oggi rappresentano Buffer Zone nelle logiche dei più moderni modelli
produttivi coerenti con la sostenibilità ambientale e paesaggistica.
La redazione del Piano strategico per lo sviluppo di questo progetto è
caratterizzata dai principi di sviluppo sociale ed economico secondo cui il
comportamento delle istituzioni locali, che governano questo territorio,
devono coincidere con le esigenze di conservazione e valorizzazione del
patrimonio culturale, indipendentemente dalla proprietà, sia essa pubblica o
privata.
Le risorse messe a disposizione per lo sviluppo del Piano strategico non
hanno precedenti e andranno ad integrarsi con quelle che a breve verranno
messe a disposizione dal PNRR che dovranno essere spese entro il 31
dicembre 2026.
Il Piano strategico è fondato sulla concertazione istituzionale a tutti i livelli
della Pubblica Amministrazione e, per tale connotato, assume un intrinseco
carattere di sperimentazione.
Requisiti fondamentali per l'individuazione delle scelte del Piano, nell'ottica
di un open master plan, sono la partecipazione/condivisione e
l'integrazione/interesse comune tra le diverse proposte, al fine di superare la
logica della frammentarietà delle azioni e di evitare duplicazioni e ridondanze
sul territorio.
Nel Piano si delinea una strategia di sviluppo e una visione unitaria
dell'intera area, che si fonda su un sistema organico di riferimento, finalizzato
a razionalizzare e ricongiungere le diverse potenzialità del territorio,
caratterizzato da un considerevole patrimonio culturale, materiale e
immateriale, nonché dalle relazioni tra le diverse componenti di questo
originale e prezioso “museo diffuso”.
Il Piano si muove in piena sintonia con il Piano Strategico di sviluppo del
Turismo nazionale cogliendo le logiche di un sistema integrato fondato sui
principi:
- della sostenibilità, nelle tre componenti ambientale, sociale ed economica,
puntando al miglioramento simultaneo dell'offerta turistica e della qualità
della vita dei residenti dell'intera area interessata e valorizzando anche le
potenzialità dei siti meno conosciuti
- dell’innovazione, ossia l'ottimizzazione della struttura del processo
organizzativo del settore turistico attraverso gli strumenti informatici e i
servizi digitali accessibilità, intesa in senso fisico e culturale, da coniugare in
idonee modalità di accesso e di fruizione ai luoghi, anche meno visitati, da
parte di ogni categoria di utenza.
Gli obiettivi di rilancio economico-sociale devono coniugarsi con la
riqualificazione ambientale e urbanistica e al potenziamento dell’attrattività
turistica dei territori limitrofi ai siti UNESCO vesuviani articolati nelle logiche:
- del miglioramento delle vie di accesso e interconnessione ai siti archeologici
e con il costruito storico che connota la città di Portici
- del recupero ambientale dei paesaggi degradati e compromessi mediante il
recupero e il riuso delle aree industriali dismesse, per il territorio di Portici
l’area della Ex Kerasav
- della riqualificazione e rigenerazione urbana, nel rispetto del principio del
minor consumo di territorio e della priorità del recupero
- della creazione di forme di partenariato pubblico-privato.
Per meglio comprendere la portata dell’attuazione di un programma di
rigenerazione urbana “Sulla valorizzazione dell’area culturale circostante il sito
di Pompei” è utile sottolineare che il patrimonio culturale, ambientale e
paesaggistico del nostro paese e in particolare quello della Campania e della
zona archeologica vesuviana rappresenta da oltre trent’anni uno dei principali
interessi imprenditoriali per la sua importanza quale elemento strutturale
dell’industria del turismo che oggi ha un valore determinante per lo sviluppo
del nostro territorio
Ovviamente, lo sviluppo industriale di un settore
strategico dell’economia come quello del turismo collegato all’utilizzo
strumentale di un patrimonio culturale e ambientale impone il pieno rispetto
costituzionale della TUTELA di questi beni, senza la quale nessun sistema
operativo sarà possibile sviluppare.
È su queste prerogative che la pianificazione della “RIGENERAZIONE
URBANA” del territorio di Portici già prevista dal programma elettorale del
2017 ed avviata si dovrà sviluppare e completare. Gli strumenti di attuazione
del programma dovranno trovare le modalità della massima partecipazione dei
cittadini e delle forze sociali, culturali e politiche della città di Portici che
dovranno condividere, sorvegliare e supportare le iniziative che si andranno a
sviluppare nei prossimi anni di governo amministrativo della città.
In questo senso il nuovo programma amministrativo per il periodo 2022-
2027 introduce gli elementi di indirizzo che dovranno trovare la loro coerenza
con gli strumenti normativi a cui si dovrà fare riferimento per lo sviluppo della
fase attuativa del programma elettorale.
Il blocco amministrativo e progettuale, legato alla fallimentare esperienza
della precedente Amministrazione che ha governato Portici dal 2013 al 2017,
ha impedito lo sviluppo del percorso avviato a partire dal decennio tra il 2004
e il 2013, nel quale i principali programmi europei di rigenerazione urbana
delle Città storiche come Portici si sono fondati su importanti investimenti
pubblici per il nuovo adeguamento ai moderni meccanismi di gestione
dell’industria del turismo culturale ed ambientale.
In particolare, il programma avviato nel 2009 dalla seconda consiliatura
CUOMO aveva innestato sugli investimenti pubblici messi a disposizione per
il territorio vesuviano una organizzazione della struttura tecnica comunale
capace di produrre le competenze necessarie ai nuovi livelli di progettazione,
realizzazione e gestione richiesti a livello europeo per l’accesso ai nuovi fondi
che si sarebbero messi a diposizione nel decennio 2010-2020 per
l’adeguamento delle città vesuviane al nuovo e importante sviluppo del settore
del turismo legato alle attrazioni culturali dei siti UNESCO vesuviani e del
centro storico di Napoli.
Il principale programma di sviluppo collegato alla rigenerazione urbana
delle città vesuviane inserite nel “Grande Progetto Pompei” attraverso il
sistema di gestione dei territori vesuviani collegato alla costituzione della
“Buffer Zone”, alla quale fa parte anche il Comune di Portici, avrebbe potuto
permettere realmente un coinvolgimento unitario dei territori di questo
programma tale da consolidare una struttura economica di livello
internazionale. Il massimo sviluppo di questo programma era previsto per il
decennio 2020-2030, l’impedimento del blocco dovuto al COVID non ha
permesso all’Amministrazione comunale di Portici di realizzare tutti i punti del
programma di rigenerazione urbana indicati dalla coalizione CUOMO per il
periodo 2017-2022. Tuttavia, le grandi opportunità date dal nuovo Piano
Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che si inserisce all’interno del
programma Next Generation EU (NGEU) con un pacchetto da 750 miliardi
di euro, costituito per circa la metà da sovvenzioni, concordato dall’Unione
Europea in risposta alla crisi pandemica, permette di recuperare le scelte
amministrative del periodo 2013-2017 e recuperare il ritardo dovuto alla
pandemia COVID.
Certo, sarà impegnativo, per il territorio di Portici integrare le iniziative già
avviate e in fase di completamento nel territorio di Pompei e di Torre
Annunziata legate alle infrastrutture per offrire agli oltre quattro milioni di
turisti degli scavi archeologici i servizi aggiuntivi alla visita turistica, cioè tutti
quelli identificabili nella ristorazione, l’accoglienza la cultura e lo shopping.
Nonostante i gravi problemi posti tra il 2013 e il 2017 al blocco del
programma avviato dal 2009 per costruire il sistema che avrebbe permesso
oggi al territorio di Portici e al suo sistema produttivo di competere con gli
altri territori vesuviani, l’Amministrazione della coalizione CUOMO 2017-
2022, è riuscita a chiudere tutti i principali contenziosi ereditati dalla
precedente Amministrazione e ad ottenere nuovi finanziamenti per
ammodernare il sistema viario cittadino e avviare nuove ed importanti
infrastrutture necessarie allo sviluppo del nuovo sistema produttivo di
ospitalità turistica.
Ad esempio un nuovo finanziamento ottenuto dall’Amministrazione
comunale di Portici permetterà la realizzazione di una nuova darsena nella
zona di Pietrarsa direttamente collegata al Museo ferroviario storico e
interamente dedicata al turismo da diporto. Questa nuova infrastruttura, unita
al Waterfront di Portici, al Porto borbonico del Granatello e al sistema di
trasporto ferroviario e via mare, permetterà il pieno sviluppo del sistema
turistico collegato alla visita della Reggia di Portici, alle Ville Vesuviane e agli
scavi di Ercolano. Si tratta di un eccezionale concentrato di potenzialità che in
meno di 1.200 metri permetterà di trasferire i turisti in una realtà storica,
ambientale e paesaggistica unica al mondo per vivere un turismo esperienziale
che non ha nessuna concorrenza.
Ovviamente, tutto questo richiede uno sforzo organizzativo,
amministrativo, tecnico e finanziario senza precedenti con il necessario
coinvolgimento e partecipazione dei privati e del pubblico. In questo senso la
nuova coalizione CUOMO per il periodo 2022-2027 intende impegnarsi
costruendo tutti i presupposti perché questo si possa realizzare nei prossimi
anni. L’obiettivo è di riuscire a trasformare il territorio attraverso una struttura
dove il Comune di Portici rappresenti la volontà e l’interesse pubblico e
conservi il controllo e la gestione dell’intero sistema a garanzia del “Pubblico
Interesse” che dovrà ispirare ogni singola iniziativa tecnica e amministrativa
che connoterà questo progetto di “Rigenerazione Urbana” del territorio di
Portici.
In questo senso la nuova coalizione CUOMO si impegna ad organizzare le
strutture operative comunali che potranno offrire tutti i servizi necessari allo
sviluppo del progetto, sia alle altre amministrazioni comunale che ad ogni
singolo soggetto privato, imprenditore o solo cittadino del territorio di Portici,
che abbia interesse a partecipare alle iniziative culturali e produttive che
connoteranno questo importante programma di sviluppo della nostra Città di
Portici.
La proiezione strategica proposta, quindi, si articola in 4 linee prospettiche:
1. La città porosa. Il rafforzamento delle grandi connessioni ambientali e del
sistema diffuso della permeabilità urbana;
2. La città accessibile. La messa in rete dei luoghi attraverso il trasporto
ecosostenibile;
3. La città palinsesto. La valorizzazione delle identità storiche stratificate
fino al Novecento;
4. La città attrattiva. La diffusione delle centralità locali e delle eccellenze
funzionali.
Tali prospettive, articolate in lineamenti e azioni strategiche di seguito
descritti, dovranno essere sostenute da alcune opzioni di fondo:
a) il rapporto di cooperazione tra i soggetti pubblici interessati all’attuazione e
gestione dei progetti;
b) l’integrazione delle risorse pubbliche e private, con l’obiettivo di
massimizzare le capacità di investimento dei privati entro un quadro di regole
governato dai soggetti pubblici coordinati tra di loro;
c) l’integrazione dei contenuti ecologici, paesistici, infrastrutturali e funzionali
delle azioni da intraprendere con riferimento sia alla definizione dei progetti
sia alle ricadute sui contesti in cui sono inserite;
d) la previsione degli effetti ambientali, socio-economici e culturali connessi
alle azioni indicate attraverso criteri di valutazione delle scelte trasparenti e
condivisi.
La città porosa. Il rafforzamento delle grandi connessioni ambientali e
del sistema diffuso della permeabilità urbana.
Nell’immaginario collettivo il “verde” è una categoria aggiuntiva alla struttura
urbana di Portici. Se si escludono alcuni episodi eccezionali, come il Parco
della Reggia borbonica infatti, l’immagine consolidata è quella di un sistema
urbano ormai saturo e soggetto ad una fortissima pressione antropica che lo
rende estremamente fragile dal punto di vista ambientale, nonostante la
vicinanza di grandi spazi di naturalità. Ad una lettura più attenta è possibile
riconoscere un patrimonio inedito di spazi verdi esistenti ma spesso nascosti,
sconosciuti, altre volte degradati o semplicemente esclusi dalla vita urbana (le
aree agricole residue della fascia peri-urbana, spesso ancora produttive, i parchi
e i giardini storici e quelli delle espansioni moderne e contemporanee, i viali
alberati e tutti gli innumerevoli minuscoli spazi urbani capaci di offrire una
breve interruzione nel continuum urbanizzato) che si offrono al ridisegno di
una struttura permeabile e continua di spazi aperti. Valorizzare, potenziare e
qualificare questi spazi vuol dire mettere a sistema gli spazi aperti, rendendoli
anche percepibili e, dove possibile, attraversabili e partecipi della vita
quotidiana della città. La “Città Porosa” intende dunque perseguire una
politica ampia e articolata di tutela e rafforzamento delle connessioni con i
grandi spazi di naturalità (in primo luogo il Parco Nazionale del Vesuvio e la
fascia costiera), anche rintracciando e coinvolgendo gli spazi minuti e diffusi
all’interno della città, che vanno a completare e connettere le principali
componenti ambientali: le incisioni del reticolo idrografico che conformano gli
antichi percorsi di risalita; le permanenze agrarie peri-urbane, i giardini e i
parchi storici; gli spazi di naturalità urbani.
La strategia è quella di rafforzare le reti ecologiche territoriali e salvaguardare
e potenziare il sistema degli spazi verdi urbani e delle aree agricole urbane e
periurbane.
Consolidare la grande connessione ecologica nord-sud fra il mare e il Vesuvio
salvaguardando e riconnettendo gli spazi aperti frammentati e le aree agricole
periurbane della ex Fagianeria Reale per rafforzare uno dei principali varchi
ancora liberi fra il Parco della Reggia e le aree naturali del Parco Nazionale del
Vesuvio; ricomponendo l’originaria continuità paesaggistica e funzionale del
Parco inferiore della Reggia con l’area delle Mortelle e il Granatello,
impropriamente interrotta dal trattamento residuale del salto di quota in
corrispondenza del parco ferroviario.
Potenziare la relazione ecologica est-ovest attraverso il ripascimento della
spiaggia e la riconnessione degli spazi aperti della fascia costiera con la
costruzione di una percorso lungomare ciclopedonale, la riqualificazione dei
giardini storici delle Ville e la piantumazione di alberature sui principali
tracciati urbani (compresi il Corso Garibaldi e il Corso Umberto)
Tutelare le costellazioni ecologiche urbane costituite dagli orti e dalle aree
verde ornamentale all’interno dei tessuti edificati e dalle aree agricole
periurbane a monte e a valle dell’autostrada, anche attraverso specifici patti da
stipulare fra comune, Università, Regione e Agricoltori; o Ridurre le isole di
calore, incrementando la produzione di ossigeno e l’assorbimento di CO2
attraverso il potenziamento e la diffusione di alberature di prima grandezza.
La città accessibile. La messa in rete dei luoghi attraverso il trasporto
ecosostenibile.
La prospettiva “Città Accessibile” punta alla costruzione di una rete
infrastrutturale a maglia stretta, incentrata sulla valorizzazione delle
intermodalità gomma – acqua – ferro e sulla costruzione di una rete tranviaria
e ciclopedonale diffusa.
Questa rete può consentire non solo un’accessibilità più ampia all’intero
sistema insediativo di Portici e dei Comuni contigui, ma anche la messa in rete
del ricco patrimonio di risorse storiche ed ambientali esistenti: dal territorio
storico del Miglio d’Oro, ai grandi e piccoli episodi architettonici isolati fino
alle grandi risorse archeologiche, alle ville e agli approdi storici di un territorio
fortemente antropizzato che non può essere suddiviso in ambiti circoscritti e
separati, ma deve essere riguardato in una prospettiva sistemica.
Questo approccio punta ad integrare le domande dei diversi segmenti della
domanda di mobilità – da quella degli abitanti a quella di chi lavora in questo
territorio o lo attraversa per ragioni turistiche - rivoluzionando i concetti
consolidati di lontananza/prossimità e valorizzando un approccio slow alla
conoscenza del territorio.
Si creano così i presupposti per una nuova e sostenibile accessibilità, in grado
di riprendere una politica di intermodalità che ha antecedenti illustri
nell’attenta infrastrutturazione che, a cavallo tra ‘800 e ‘900, ha sostenuto la
realizzazione delle parti della “città moderna”, prima dello sfruttamento
intensivo del secondo dopoguerra (si pensi a via Diaz e al suo sistema di ville e
palazzine con giardino nato in stretta sinergia con una linea tranviaria di
connessione con le stazioni ferroviarie).
La razionalizzazione del sistema infrastrutturale è anche una straordinaria
occasione per creare nuove relazioni morfologiche, ecologiche e funzionali
lungo direzioni di crescita e di collegamento longitudinali.
La strategia ha dunque l’idea di rafforzare le reti plurimodali del trasporto
collettivo sia per migliorare la mobilità dei cittadini, sia per potenziare
l’accessibilità a fini turistici.
Potenziare l’accesso da mare attraverso un sistema di approdi per il “metrò
del mare” e la eventuale realizzazione di una nuova darsena verificandone la
fattibilità sia sul piano tecnico-economico, sia con gli enti sovraordinati e la
creazione di nuove intermodalità al Granatello e a Pietrarsa e/o creare una
nuova linea di trasporto pubblico in grado di disincentivare la mobilità privata
e di mettere in rete le diverse infrastrutture esistenti consentendo di
intercettare le stazioni della metropolitana regionale (linea costiera ferroviaria e
Circumvesuviana) e gli approdi portuali; completare il sistema delle risalite
ecosostenibili al Vulcano da Portici-Ercolano previste dal Piano del Parco
Nazionale del Vesuvio (PPNV), facendo rete sia con il tratto della Ferrovia del
Vesuvio (già oggetto di concorso internazionale) sia con l’analoga linea di
trasporto ecosostenibile urbano di Ercolano (già oggetto di Studio di
Fattibilità da parte del Comune di Ercolano) e realizzando un nodo di scambio
intermodale in corrispondenza dell’area della ex Kerasav; mettere in rete le
principali centralità sia alla scala urbana che metropolitana (il Parco della
Reggia, l’Università, le nuove attrezzature museali e turistiche del Miglio
d’Oro, le nuove attrezzature sportive e per il tempo libero, gli assi commerciali
con particolare riferimento al centro commerciale naturale dell’asse mercatale.
Ampliare la rete di parcheggi in grado di migliorare l’accessibilità alle principali
centralità della fascia costiera e del centro storico (Tribunale, Porto del
Granatello, Spiagge, Università) e alle nuove attrezzature urbane (Cittadella
dello sport, Teatro di Villa Mascolo).
Incentivare e promuovere una rete diffusa di percorsi ciclopedonali anche
connessi al sistema della mobilità pubblica o creare percorsi ciclabili e
pedonali, anche meccanizzati, finalizzati a connettere le principali centralità
storico-ambientali e produttive, con particolare riferimento al Parco della
Reggia e al Polo del Granatello, e i principali accessi alla città (stazioni, porto,
parcheggi intermodali), anche attraverso il collegamento al nuovo sistema di
trasporto pubblico ecosostenibile. o realizzare un percorso lungomare
esclusivamente pedonale e ciclabile che contribuisca a costruire una fruibilità
continua della costa da Napoli a Castellammare.
La città palinsesto. La valorizzazione delle identità storiche stratificate
fino al Novecento.
La prospettiva “Città Palinsesto” punta alla valorizzazione del patrimonio
culturale e paesaggistico della Città e delle sue molteplici e plurali declinazioni
- anche aldilà della città settecentesca borbonica- come risorsa centrale per il
rafforzamento dell’identità urbana. Tale rafforzamento prevede non solo
azioni di tutela, salvaguardia e messa in rete dei diversi luoghi ed edifici della
storia, ma anche la costruzione di una qualità architettonica diffusa dei nuovi
interventi, attraverso i quali ricercare la realizzazione di nuove eccellenze
connotanti l’immagine urbana, soprattutto per quanto riguarda le relazioni fra
gli edifici con gli spazi aperti, con il mare e con “la Montagna”, oggi
frammentate o negate.
In questo senso bisogna mettere in campo le seguenti azioni:
- Consolidare l’immagine simbolica della Città e le sue tradizioni produttive e
culturali o Valorizzare gli edifici e i siti con alto valore simbolico, storico,
ambientale e paesaggistico (La Reggia e il suo Parco, il Galoppatoio Reale, le
Ville Vesuviane, il Granatello, …) anche favorendo la creazione di modalità di
fruizione in grado di rappresentare occasioni di apertura alle esigenze locali
degli abitanti e di attrarre significativi flussi turistici. o Incentivare la
delocalizzazione delle funzioni didattiche dal complesso monumentale della
Reggia e valorizzarne le collezioni artistiche e scientifiche presenti da mettere
in rete con il sistema di musei esistenti da potenziare (il museo ferroviario di
Pietrarsa, il Museo del Mare nell’ex Macello ... )
- Realizzare reti di fruizione culturale del patrimonio storico-architettonico o
Incentivare e promuovere programmi di intervento sulla rete dei percorsi
storici finalizzati alla riscoperta dei tracciati di connessione tra i centri storici e
le emergenze architettoniche dell’area vesuviana – in particolar modo tra
Portici ed Ercolano - anche valorizzando gli antichi tracciati di risalita alla
montagna. o Incentivare la formazione di nuove forme di imprenditorialità e
di iniziative associazionistiche e cooperativistiche per la conoscenza, la messa
in rete e la gestione del patrimonio.
In pratica con il completamento delle opere in corso e con quelle in cantiere si
delineano tre progetti guida:
- Il fronte-mare delle eccellenze
- La trasversale della rigenerazione urbana lungo il margine occidentale
- La trasversale della riconnessione monte-mare lungo la direttrice della
Reggia
Il fronte – mare delle eccellenze
Si tratta di un progetto rilevante per il futuro della Città e forse quello che, in
più occasioni, è stato implicitamente ed esplicitamente evocato in occasione di
importanti fasi della pianificazione attuativa e di settore del Comune di Portici,
dalla Variante di PRG per la fascia costiera al PUA di utilizzazione degli arenili
e al concorso per il nuovo approdo turistico. E’ infatti centrato sulla riscoperta
del rapporto città-mare, sulla qualificazione della spiaggia e sul contestuale
sviluppo dell’attività portuale e delle sue connessioni urbane. Si tratta di un
fronte-mare da riguardare con uno sguardo unitario ma, allo stesso tempo,
chiaramente articolato tra:
- la fascia degli arenili da sottoporre ad un ripascimento ecologicamente
aggiornato e da riconnettere al Miglio d’Oro
- le propaggini a mare della colata lavica del 1631 su cui insiste il complesso
della Reggia e le sue propaggini a mare col porto del Granatello, il nuovo
approdo turistico e la riqualificazione della fascia ferroviaria con la nuova
stazione della Metropolitana Regionale e la valorizzazione dell’accesso da sud
al parco della Reggia.
Nel progetto-guida ricade una molteplicità di occasioni
puntuali di riqualificazione e valorizzazione – alcune già realizzate, altre
programmate, altre ancora di nuova ideazione – capaci di saldare la necessaria
“continuità nella diversità” del fronte-mare e della sua fruizione lineare –
anche attraverso un ridisegno della ferrovia e la realizzazione di un percorso
ciclopedonale capace di dilatarsi in prospettiva ad occidente verso Napoli e ad
oriente verso Castellammare - con un sistema articolato e diffuso di transetti
di riconnessione trasversale verso la città esistente e le pendici del vulcano:
dalla trasversale della rigenerazione urbana da Pietrarsa alla via Benedetto
Cozzolino a quella connotata dal parco stesso della Reggia che si protende
verso la montagna e si aggancia alla risalita storica al Vesuvio.
La trasversale della riconnessione monte – mare lungo la direttrice della
Reggia.
Questa direttrice è fortemente segnata storicamente dalla colata lavica del 1631
e dalla vicenda realizzativa della Reggia e dei suoi parchi che si è sviluppata a
partire dai primi decenni del XVII secolo e si è protratta nell’800 e nei primi
del 900, quando la realizzazione di interventi trasformativi della città hanno
prodotto una separazione di questo grande complesso architettonico e urbano
dalle due proiezioni contrapposte verso il mare e la montagna che avevano
guidato il progetto urbano nel tempo. Allo stesso tempo, la costruzione
novecentesca delle Città di Portici ed Ercolano hanno compresso questa
grande risorsa storico-ambientale entro margini edificatori compatti, con cui
esistono deboli o nulle relazioni e che tuttavia reclamano una maggiore
permeabilità e fruizione. In questo senso il progetto-guida punta
prioritariamente ad attualizzare le connessioni urbane del complesso della
Reggia in quattro direzioni:
- a sud, verso il mare, ricomponendo l’originaria continuità paesaggistica e
funzionale del Parco inferiore della Reggia con l’area delle Mortelle e il
Granatello, impropriamente interrotta dal trattamento residuale del salto di
quota in corrispondenza del parco ferroviario
- a nord, verso la montagna, recuperando e rifunzionalizzando l’area della ex
Kerasav, realizzando all’interno della stessa un nodo intermodale tra
l’autostrada, la linea tranviaria urbana e la risalita meccanizzata al Vesuvio,
previsto dal progetto strategico del Piano del Parco Nazionale del Vesuvio,
riqualificando l’area della Reale Fagianeria borbonica d’intesa col Comune di
Ercolano, inglobando gli spazi aperti e i tessuti edilizi precari contigui,
rimodulando il PRU di piazzale de Lauziares e valutare la possibilità di un
accesso al bosco superiore da nord
- ad ovest, con la copertura attrezzata del vallo ferroviario della
Circumvesuviana oggetto di uno specifico Studio di fattibilità e la previsione di
un accesso mediano alla Reggia, e ad est, in territorio di Ercolano, per un
analogo accesso mediano. Complementare a questa direttrice nord-sud è la
riqualificazione dei tessuti storici degradati, a partire da quelli a monte di via
Università e lungo il margine del Parco della Reggia. E’ evidente che questa
trasversale, opportunamente connessa al porto del Granatello attraverso la
nuova linea tranviaria e il ridisegno dei tracciati di accesso alla Reggia,
costituisce uno straordinario racconto “lento” che, dal mare verso la
montagna e viceversa, attraversa l’intero territorio comunale, intercetta le
straordinarie potenzialità di riorganizzazione museale e culturale degli edifici
storici e degli spazi aperti che connotano questo complesso architettonico e
urbano e si connette sia alla risalita meccanizzata al Vesuvio sia al porto,
perseguendo così l’obiettivo di un “corridoio ecologico e paesistico”
contemporaneo
La trasversale della rigenerazione urbana lungo il margine occidentale
Questo progetto persegue la riqualificazione e il ridisegno del margine
occidentale della città a contatto con il Comune di S. Giorgio a Cremano, dove
l’espansione edilizia della seconda metà del Novecento ha determinato un
assetto urbano precario, caratterizzato dalla giustapposizione di tessuti e
frammenti edilizi senza qualità e scarsamente dotati di spazi aperti e
attrezzature. Lungo la direttrice che si dilata da Pietrarsa alla via Benedetto
Cozzolino lungo via Lagno/via Martiri di via Fani fino a via Siani - attorno ai
due interventi già decisi dall’Amministrazione del PRU di via Dalbono e della
Cittadella dello Sport e a poca distanza dagli interventi di Villa Caposele e Villa
Mascolo inseriti nel PIU Europa e ormai completati – si prevede la
trasformazione di alcuni dei tessuti degradati e la qualificazione degli spazi
aperti interstiziali per dare ad essi struttura e forma e mettere in rete nuove
destinazioni d’uso legate al tempo libero, allo sport e all’aggregazione sociale.
In tal modo la valorizzazione di questa direttrice, facendo leva soprattutto
sugli spazi aperti, configura un altro rilevante “corridoio ecologico e
paesistico”, oltre quello storico della Reggia, innestandosi con i residui di
paesaggi agrari periurbani da conservare a valle e a monte dell’autostrada dove
ridisegnare le aree di margine dell’infrastruttura.
La città attrattiva, produttiva, dei servizi e della salute
Portici città produttiva e accessibile risponde all’obiettivo di rilanciare la città
sotto il profilo economico puntando sul settore della produzione di servizi e sul
potenziamento dell’accessibilità. I settori di riferimento sono soprattutto quelli
turistici e culturali e sono integrativi delle funzioni eccellenti esistenti nel campo
della ricerca (la Facoltà di Agraria, l’Enea, il CRIAI, l’ISTITUTO
ZOOPROFILATTICO, CNR).
In questo senso assume un enorme significato il progetto “ECOSISTEMA
MASCOLO”
Questo progetto, finanziato con oltre 10milioni di euro, intende realizzare
all’interno di villa Mascolo un sistema di ricerca integrata che vede coinvolte tutte
le maggiori istituzioni di ricerca presenti sul territorio di Portici e nell’area
metropolitana di Napoli.
Il progetto vede come capofila l’Istituto Zooprofilattico e come soggetto
attuatore il Comune di Portici.
Un ulteriore implementazione di Portici come città della scienza e dei servizi è
l’idea di un laboratorio “PER IL MONITORAGGIO DEI SISTEMI GEO- BIO-
AMBIENTALI E DEL PATRIMONIO CULTURALE E SOCIALE”.
L’idea progettuale è finalizzata alla fruizione a livello territoriale delle conoscenze
sviluppate nel contesto delle Scienze Geo-Bio-Ambientale e della tutela e
valorizzazione del Patrimonio Culturale, da Enti di Ricerca presenti nell’area
Metropolitana. Tale obiettivo passa attraverso la realizzazione di un laboratorio di
ricerca permanente e di un osservatorio dei sistemi territoriali e sociali fortemente
focalizzato sulle problematiche/opportunità presenti sul territorio della Città di
Portici (NA). Il Laboratorio sarà sia il luogo di erogazione di servizi fruibili sul
territorio dalle Istituzioni Locali che l’agorà di sviluppo di nuove sperimentazioni
ambientali. Esso si pone peraltro, come obiettivo di medio termine, di
sensibilizzare ed educare la popolazione ai risultati della ricerca, mediante la
creazione di un Centro di Documentazione e Divulgazione Scientifica. In questo
contesto, la presenza fisica dei ricercatori sul territorio che svolgono le attività
scientifiche e disseminazione risulterà essere un elemento tangibile della crescita
dell’orizzonte culturale e della capacità di una comunità locale di acquisire delle
conoscenze sviluppate e di utilizzarle per migliorare significativamente gli attuali
livelli di vita sociale/culturale sul territorio. Il Laboratorio Territoriale nasce da un
duplice interesse: da un lato, gli Istituti di Ricerca coinvolti hanno l’obiettivo di
realizzare un’agorà di sperimentazione territoriale, in questo contesto il territorio
comunale diviene esso stesso un Living Lab per la validazione dei prodotti della
ricerca ambientale e la disseminazione dei risultati raggiunti. D’altro lato, la
comunità territoriale beneficerà dei servizi e delle conoscenze acquisite in
relazione al contesto territoriale comunale.
All’interno dell’accordo programmatico che sarà alla base della costituzione del
Laboratorio territoriale, il Comitato tecnico Scientifico (CTS) avrà l’obiettivo di
identificare e sviluppare servizi per la conoscenza ed il monitoraggio dell’ambiente,
mettendo a sistema il know-how ed il personale dedicato, la strumentazione di
ricerca ed i supporti informativi per le analisi dei dati collezionati. Le autorità
comunali provvederanno alla individuazione e messa a disposizione degli spazi
necessari ed alle life-line per alla costituzione del laboratorio territoriale ed inoltre
alla organizzazione congiunta di percorsi per la divulgazione e disseminazione dei
risultati della ricerca applicata ai problemi territoriali alla popolazione.
In conclusione, il territorio porticese potrà essere valorizzato mediante l’analisi e il
monitoraggio del sistema ambiente-territorio-comunità, In questo contesto le
attività del Laboratorio Territoriale coniugheranno ricerca di base, disseminazione
della conoscenza e supporto alle strategie politiche mediante la realizzazione di un
sistema esperto (DSS) in grado di sostenere sviluppo locale sostenibile.
Il laboratorio potrà essere allocato negli spazi che il Comune di Portici si è
riservato a Villa Mascolo. A questo si aggiunge l’obiettivo di miglioramento
dell’accessibilità, affidato sia alla realizzazione di nuove infrastrutture per la
mobilità (il nuovo Porto turistico previsto ad est del Granatello), sia alla
razionalizzazione e messa a sistema di quelle esistenti (le nuove stazioni della linea
ferroviaria costiera da riconvertire in metropolitana regionale, il sistema di mobilità
ecocompatibile per la risalita al Vesuvio da Portici ed Ercolano, …). Tale
razionalizzazione prevede anche la costruzione di nodi di scambio delle diverse
modalità (compresa quella pedonale e ciclabile) e componenti del sistema della
mobilità (autostrada, stazioni della circumvesuviana e della metropolitana costiera)
riguardati come occasione di nuove centralità e poli di attrazione.
Nel corso del mandato amministrativo si sono risolte a favore del Comune di
Portici le controversie giudiziarie con la soc. Masada e pertanto saranno definite le
procedure per la valorizzazione dell’Area ex Kerasav mediante una manifestazione
d’interesse aperta a tutte le attività ed i soggetti imprenditoriali interessati alla
acquisizione dell’area e delle strutture in coerenza e compatibilità con il Piano
Regolatore Commerciale e con il PUC.